Athos Boncompagni

Athos Boncompagni ha iniziato a lavorare nei primi anni novanta come Designer di prodotto ma si è stancato subito e si è messo a fare Fotografie Still Life. Poi ha cominciato a disegnare e ha realizzato animazioni, illustrazioni per ragazzi, per la pubblicità, per l’editoria e tanto altro.

Ha poi  lavorato nel desktop publishing, nella formazione professionale, nella dimostrazione di tavolette grafiche, nel web design, nell’art direction pubblicitaria ma soprattutto nell’insegnamento.
Sono ormai 24 anni che tenta di insegnare come approcciarsi al digitale e come essere e rimanere creativi nonostante i cambiamenti del mercato.

E’ docente all’ISIA di FIRENZE, professore alla SCUOLA DI ILLUSTRAZIONE DI SCANDICCI, docente alla SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS (ORA: THE SIGN)  e WACOM AMBASSADOR Le intelligenze artificiali sono la sua ultima battaglia. Tenta di spiegare a chi pensa che non sia vero che per usare le AI la creatività è necessaria come e forse di più che con qualsiasi altro strumento.

http://www.athosboncompagni.com/

il sunto dell’intervento di Athos Boncompagni al convegno AI Next Step

L’intelligenza artificiale è esplosa poco più di due anni fa nel mondo della creatività e della comunicazione praticamente contemporaneamente in tutto il mondo e a tutte le latitudini. Lo shock è stato forte e ha portato chiunque a domandarsi e a ridefinire il concetto stesso di creatività ma ha portato anche preoccupazioni e a prefigurare scenari cupi dove la “macchina” avrebbe presto rimpiazzato il creativo.
In realtà come per tutte le rivoluzioni tecnologiche precedenti, dalla rivoluzione industriale ad oggi, dopo un primo momento di sbandamento è stato subito chiaro che un creativo con l’ausilio di questi mezzi avrebbe potuto raggiungere nuove frontiere mai neanche immaginate nella creazione di immagini, suoni e prossimamente anche video e altro ancora.
Lo scenario in cui la creatività potrebbe venire impoverita dall’avvento delle intelligenze artificiali è completamente lontano dalla realtà dove invece creativi entusiasti e con la voglia di creare stanno già dimostrando che le intelligenze artificiali altro non sono che degli strumenti al servizio del nostro pensiero. Da imparare ad usare e da non temere. Da ammansire e da addestrare (e noi con loro) per avere al nostro fianco un aiutante fedele che potrà aiutarci, come nessuno strumento creato prima, alla realizzazione di opere creative.
Tutto questo però non è indolore e molti creativi hanno scelto la strada del rifiuto e della negazione della realtà assieme alle AI. Quello che mi preme quindi è aiutare ad aprire gli occhi dei giovani creativi di oggi ad un nuovo futuro che non deve spaventarli. Dobbiamo solo riflettere prima e cominciare i passi necessari per cominciare a conoscere ciò di cui si parla spesso senza una vera conoscenza diretta.
Si tratta quindi di imparare a trovare dei percorsi metodologici personali, costruirli, verificarli e applicarli nella creazione di ciò che desideriamo. Si tratta di imparare uno strumento nuovo che non ha un manuale di istruzioni ma solo approcci più o meno funzionali al nostro bisogno.
Cercherò di spiegare tutto questo oltre che mostrare i miei personali percorsi di lavoro nella creazione di immagini nel settore dell’illustrazione e della comuncazione.

Torna al programma del convegno